El sol de enero amarillenta el musgo alrededor del estanque. Los patos se ventilan con las alas abiertas. Las vacas se apelotonan bajo la sombra de un aromo negro.
El domingo parece un día apropiado para pensar. Los otros días son para arañarse, machacar piedras, ajedrecear convenciones, sonrisas de esqueleto. Pero el pensar entristece, ensimisma. La manada se aleja. Algunos se voltean y te miran con reprobación.
Distraigo mis horas en voyeurismos librescos, chismes de la historia, circunstancias anómalas, imprevistos como norma, recreos de la mente, drogas inútiles. Los circuitos de la lógica se entrecruzan y echan chispas.
Distraigo mis horas en voyeurismos librescos, chismes de la historia, circunstancias anómalas, imprevistos como norma, recreos de la mente, drogas inútiles. Los circuitos de la lógica se entrecruzan y echan chispas.
Me desgajo en aporías como un borracho que se lanza desde un acantilado sin alas certificadas. No hay soluciones a la vista, solo exploraciones sin catalejo ni mapas chapuceros ni exactitudes satelitales. Voy donde las dimensiones se diluyen, donde pasaron los beat de parranda sin siquiera percatarse. No hay sendero, ni duendes escurridizos, ni siquiera una soga para suicidarse.
La nada no me alegra, la esperanza es vaho matinal de estiércol. El paraíso de un intelectual es frío y solitario, como el risco de un carnero que mastica nieve antes de fenecer.
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Aporie di un ubriaco / di Jorge Muzam
Trad. Marcela Filippi Plaza
Il sole di gennaio ingiallisce il muschio intorno allo stagno. Le anatre si rinfrescano con le ali aperte. Le mucche si ammassano sotto l’ombra di un’acacia nera.
La domenica sembra un giorno appropriato per pensare. Gli altri giorni sono per graffiarsi, triturare pietre, soppesare convenzioni, sorrisi da scheletro. Ma pensare immalinconisce, assorbe. La frotta si allontana. Alcuni si girano e ti guardano con riprovazione.
Distraggo le mie ore in voyeurismi libreschi, pettegolezzi della storia, circostanze anomale, imprevisti come norma, sollazzi della mente, droghe inutili. I circuiti della logica si intrecciano e fanno scintille.
Mi frantumo in aporie come un ubriaco che si getta da una scogliera senza ali certificate. Non ci sono soluzioni in vista, solo esplorazioni senza cannocchiale né mappe raffazzonate né imprecisioni satellitari. Vado dove le dimensioni si diluiscono, dove sono passati i beat in baldoria senza nemmeno rendersene conto. Non c’è sentiero, né spiriti sfuggenti, neanche una corda per suicidarsi.
Il nulla non mi rallegra, la speranza è vapore mattutino di sterco. Il paradiso di un intellettuale è freddo e solitario, come la rupe di un ariete che mastica neve prima di perire.
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Aporie di un ubriaco / di Jorge Muzam
Trad. Marcela Filippi Plaza
Il sole di gennaio ingiallisce il muschio intorno allo stagno. Le anatre si rinfrescano con le ali aperte. Le mucche si ammassano sotto l’ombra di un’acacia nera.
La domenica sembra un giorno appropriato per pensare. Gli altri giorni sono per graffiarsi, triturare pietre, soppesare convenzioni, sorrisi da scheletro. Ma pensare immalinconisce, assorbe. La frotta si allontana. Alcuni si girano e ti guardano con riprovazione.
Distraggo le mie ore in voyeurismi libreschi, pettegolezzi della storia, circostanze anomale, imprevisti come norma, sollazzi della mente, droghe inutili. I circuiti della logica si intrecciano e fanno scintille.
Mi frantumo in aporie come un ubriaco che si getta da una scogliera senza ali certificate. Non ci sono soluzioni in vista, solo esplorazioni senza cannocchiale né mappe raffazzonate né imprecisioni satellitari. Vado dove le dimensioni si diluiscono, dove sono passati i beat in baldoria senza nemmeno rendersene conto. Non c’è sentiero, né spiriti sfuggenti, neanche una corda per suicidarsi.
Il nulla non mi rallegra, la speranza è vapore mattutino di sterco. Il paradiso di un intellettuale è freddo e solitario, come la rupe di un ariete che mastica neve prima di perire.
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Imagen: Kazimir Malevich
La esperanza es tan ligera como una pluma pero no desaparece! Buenisimo el texto amigo :)
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